SANTA BARBARA PROTETTRICE DEI MINATORI
Santa Barbara, protettrice dei minatori, era il titolo del tema che ogni anno alla vigilia del 4 dicembre, la maestra Puccetti dava a noi scolari della scuola elementare di RIBOLLA. Così fin da piccoli apprendevamo la storia della brava fanciulla, il cui padre cattivo l’aveva imprigionata nella torre e del fulmine giustiziere…così tutti ci sentivamo in sintonia con questa santa che con la sua protezione dava una certa tranquillità al paese minerario che ne aveva bisogno visto che la miniera di lignite era veramente difficile da gestire a detta degli ingegneri e degli operai.
La festa iniziava alla mattina presto con lo scoppio assordante di alcune mine, poi la banda musicale andava a svegliare il direttore della miniera ed il vice direttore suonando nei loro giardini e riceveva in segno di ringraziamento una parca distribuzione di vino in fiasco.
Veniva celebrata , poi, la santa messa dal parroco don Giuseppe alla presenza delle autorità costituite oltre che dai dirigenti ed impiegati della soc. Montecatini, dal prefetto e dall’ingegnere capo del Corpo delle Miniere di Grosseto. Generalmente dalla chiesa si procedeva ad inaugurare qualche mostra di ricami, ecc. all’asilo delle suore ed alla premiazione dei minatori anziani; presso il pozzo “10”, che era il più moderno di tutti, venivano organizzate gare di gioco alle bocce o di tiro alla fune tra i minatori.
Dopo un gran pranzo alla mensa degli impiegati in cui Angiolina, la cuoca, si prodigava al meglio delle sue qualità, si aspettava il gran ballo della sera nella sala del cinema. Per l’occasione venivano tolte le sedie dalla platea, nell’ingresso veniva costruita una galleria di miniera con tanto di carbone e poi nella sala splendente di luci ed addobbi vari vi erano cartelloni disegnati con scene buffe della vita del paese.Uno di questi riproduceva l’ing Madotto che vicino al campo di calcio gridava “Forza Ribola” con una pronuncia un po’ rumena. Egli, come la maggior parte dei dipendenti della “Montecatini”, seguiva appassionatamente la squadra di calcio del Ribolla e quando c’era qualche impasse si sentiva il curioso incitamento dell’ingegnere che effettivamente sembrava funzionasse. Dopo il gran ballo, a cui partecipavano con entusiasmo tutte le signore e le signorine del paese, essendo una rara occasione di divertimento, si tornava il giorno dopo alla solita vita scandita dal suono della sirena che suonava tre volte al giorno per ogni turno di operai che scendeva giù nella miniera di carbone
Mirella Madotto 15/12/03