Foto di gruppo
per l'anno scolastico che sta per finire.
Questa foto fu scattata il 18 di Giugno del
1934. Ritrae tutti i bambini di Ribolla che quell’anno
frequentarono la seconda classe elementare. Il primo a sinistra
della seconda fila era, mi sembra, un pastorello di nome Anzo.
Saltava spesso la scuola, e quando veniva portava sempre con sé uno
di quegli ombrelli verdi che allora si chiamavano “d’incerato”.
Fosse brutto o bello il tempo, non lo lasciava mai. Introverso e
taciturno, nessuno avrebbe potuto negare che fosse un bambino
buono.
Accanto a lui, quasi per contrappasso, Balilla
Perilli, uno scavezzacollo. Poi, di seguito, Alvaro Chelini, che era
più grande di tutti, sia per età sia per statura, Minos (Mìnosse)
Maddaleni, ….Tozzi, e Venzo Conti. Seduti sulla panca di legno,
con le gambe penzoloni e le calze arrotolate fin sulle scarpe alla
maniera che allora si diceva “alla moda”, fanno (si fa per dire)
bella mostra di sé Lido Lucchesi, Alcide Murgioni, Enzo Mecacci,
Vilmo Radi, Enzo Niccolaini e Sergio Luti.
Per ultima Vanda Mori, la “maestrina Vanda”.
Montemassina, appena diplomata, non più di vent’anni. Graziosa,
“col viso color di rosa e due belle fossette nelle guance”. Le
mancava solo il cappellino con la penna rossa per essere uguale alla
maestrina che De Amicis, le parole tra virgolette sono le sue, aveva
descritto nel suo libro “Cuore”. Alcuni di quei bambini, ed io
tra questi, n'erano a loro modo innamorati.La incontrai a Follonica
una quindicina d’anni fa. Si ricordò di me e parlammo a lungo.
Era ancora bella.
Quella terra segnata col gesso era “la palestra”.
Doveva servire nientemeno che per gli esercizi ginnici, ma più che
altro noi andavamo a giocarci a palline. Sulla sinistra c’erano la
scuola, o meglio la piccola costruzione di un solo vano nella quale
ci venivano insegnati i primi rudimenti del sapere (si vede un
piccolo particolare del tetto), e le Centurie. Sulla destra è
visibile una porta del nuovo campo sportivo, che aveva sostituito da
poco quello del Reparto. Infine, sullo sfondo, si scorgono le
Camerate. La casupola al centro sarebbe stata per molto tempo la
bottega di Bruno Baldanzi, “Brunino barbiere”.
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Concessione della foto e commento di Vilmo Radi.