La vita in paese


 “LO SCHERZO DEI CANI”

Eravamo agli inizi degli anni ’50, non ricordo di preciso, il ’50, il ’51, chissà (bisognerebbe consultare il “Tirreno” dei tempi!)

Comunque ricordo bene che una bella mattina, verso le nove, uscii di casa (stavo all’ultimo piano del “Palazzo”) e mi avviai verso il….centro, forse a fare la spesa da Neve, oppure all’edicola a prendere il giornale.

Già da lontano sentii l’abbaiare di diversi cani, e quando arrivai davanti all’infermeria, vidi (e sentii!) decine di cani con i rispettivi padroni, fermi ad aspettare.

Rimasi un po’ sbalordita ma non preoccupata; quando ripassai indietro erano aumentati molto e allora domandai a qualcuno cosa stesse succedendo. “Dovrebbe venire verso le dieci il veterinario da Grosseto, a vaccinare i cani contro un’epidemia che si è presentata in diversi posti qui intorno”.

Io non avevo cani, così non mi interessai più di tanto e me ne tornai a casa.

Il seguito lo sapemmo dopo e sapemmo anche tutti i retroscena. Nell’ufficio amministrativo della Montecatini alcuni buontemponi avevano trovato in uno scaffale dei vecchi avvisi del comune di Roccastrada. Con la scolorina cancellarono i vecchi ordini e li ricompilarono con una nuova ingiunzione: “Il comune di Roccastrada ordina che la mattina di giovedì prossimo tutti i proprietari di cani di tutto il circondario del comune si presentino con i rispettivi cani all’infermeria situata in Ribolla, in via……., alle ore 10 precise, per la visita preventiva a tutti i cani della zona, pena una grossa multa per ogni cane non vaccinato”.

Gli avvisi furono appesi qua e là sui muri di Ribolla e nei posti più vicini e raggiungibili. Ad avvertire quelli più lontani ci pensò il Braglia (guardia comunale) che s’avventurò fino ai poderi più distanti, poveretto!

Fatto sta che quella mattina, davanti all’infermeria, c’erano tutte le razze di cani possibili e immaginabili, da caccia, da guardia e…da pagliaio!

I cani contenti come pasque, figurarsi, trovandosi in tanti così….una pacchia, per loro! Un chiasso, un continuo abbaìo in tutte le tonalità e intensità: vi lascio immaginare che….canaio, se così si può dire!

Aspetta aspetta, arrivò mezzogiorno e non si era ancora visto nessuno. Ad un tratto, dalla piazza avanzò una macchina (non so se fosse quella del Sabatini o del Radi di Montemassi, anche loro facevano parte della combriccola), portando sul tetto un enorme… pesce di cartone che, prima a passo d’uomo e poi a velocità sostenuta, passò davanti agli esterrefatti, allibiti e….gabbati proprietari dei cani!!

 

Si prega la Signora autrice di questo pezzo di contattarci.


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