BOLLETTINO DEL R. COMITATO GEOLOGICO D' ITALIA.
N° 7 e 8 - Luglio e Agosto 1873.
(Seconda parte)
Condizioni geologiche.- Con uno sguardo sulla annessa sezione geologica dei terreni nei quali sono situate le miniere carbonifere dell'impresa Ferrari, si osserva che ivi sono rappresentate due epoche della terziaria formazione; cioè il periodo miocenico e quello eocenico:
La medesima è coperta dal terreno d'alluvione, composto di terra giallastra e ferruginosa di poco spessore; sotto la quale trovasi generalmente un banco di sabbie muoventi con ghiaie, pregnissimo d'acqua stagnante come già sopra è detto.
Il terreno miocenico è completo, presentando ivi i tre piani superiore, medio ed inferiore. E' desso la sede unica degli strati carboniferi, dei quali due ben distinti racchiude il piano superiore, almeno altri due quello inferiore, mentre il piano medio ne è affatto privo. Nel terreno eocenico rappresentato da galestri, alberese e macigni, non incontrasi traccia di carbone.
Lo spessore del piano superiore del miocene si può valutare a 300 metri e quello del piano inferiore a 100 metri al massimo.
In generale la serie delle roccie si compone come appresso:
Miocene superiore: a) Argilla con straterelli di arenaria; b) Primo strato carbonifero; c) Argilla; d) Secondo strato carbonifero.
Miocene medio: a) Argilla con puddinga.
Miocene inferiore: a) conglomerato rosso (Gonfolite); b) Argilla (Mattajone); c) Calcare carbonifero; d) Terzo strato carbonifero; e) Argilla; f) Quarto strato carbonifero; g) Argilla, che posa immediatamente sull'alberese dell'eocene.
SEZIONE DEI TERRENI LIGNITIFERI DELL'IMPRESA MINERARIA
FERRARI-CORBELLI.
Miocene superiore. - a)argilla con straterelli d'arenaria. - b) primo strato carbonifero. - c) argilla. - d) secondo strato carbonifero.
Miocene medio. - e) argilla con puddinga.
Miocene inferiore. - f) conglomerato rosso (Gonfolite), argilla (Mattajone), calcare carbonifero. - g) terzo strato carbonifero. - h) argilla. - i) quarto strato carbonifero. - k) argilla che posa sull'Eocene.
Eocene. - l) galestro e alberese.
T) trachite.
1)Pozzo Teodoro in Casteani. - 2) Pozzo Follonica. - 3) Pozzo di Monte Massi (S.Andrea).
Le argille del miocene superiore sono plastiche, più o meno indurite e di diversi colori; cioè, dal bianco al nero, passando per gradazioni a tale differenza. Negli strati superiori al carbone sono serrate e di grana finissima, coll'avvicinarsi però al tetto degli strati carboniferi esse sono più sciolte e di colore più cupo; l'immediato tetto argilloso dello strato del carbone, ha struttura piuttosto schistosa e color caffè chiaro, essendo impregnato di carbone. Così segue l'argilla sotto il letto del primo strato; però ad una profondità di 8 metri sotto questo, s'incontra il secondo strato carbonifero e sotto di esso l'argilla ritorna più compatta e di colore chiaro, ma più arenosa e di grana più grossa di quella del tetto. Oltre di ciò, questa è divisa da strati di una specie di puddinga, i cui frammenti sono uniti insieme da un finissimo cemento di sabbia e calce (mioc. medio). (3)
Il terreno miocenico medio e superiore, non è ricco di flora fossile, nè di avanzi d'animali. Le impronte di foglie che vi si incontrano appartengono tutte a vegetabili dicotiledoni e vi si distinguono specialmente Quercus sp., Platanus aceroides, Castanea sp., Fagus dentata, e finalmente avanzi di felce.
Di avanzi animali non osservansi che piccole e non ben conservate conchiglie, delle quali alcune appartengono al genere Ostrea. Di vertebrati pure queste piano è poverissimo, e solo vi si trovano, ma raramente, frantumi di mascelle con denti del genere Sus e scheletri di tartarughe. Nella puddinga osservansi masse di univalve dei generi Pleurotoma, Cerithium e Turritella.
Passando al miocene inferiore, troviamo prima un potente conglomerato detto Gonfolite, di grossi globuli cementati assieme da una sabbia rossa molto ferruginosa; questi globuli derivano dal terreno inferiore, cioè dall'alberese, mentre il cemento o sabbia rossa deriva da frantumi finissimi di Gabro rosso.
Sotto il conglomerato troviamo un'argilla di color grigio, dura e compatta, detta Mattajone, nella quale non di rado si trovano impronte di bivalve.
Il calcare è giallastro, bituminoso e fetido; alcune volte molto tenero, altre molto serrato e formato in banchi di poco spessore; contiene impronte di bivalve ed una moltitudine di Mytilus, oltre varie qualità di conchiglie di acqua dolce; vi si osservano pure delle impronte di piante acotiledoni e di piante monocotiledoni ed impronte di conifere e in generale tutta la flora terziaria delle dicotiledoni.
Il detto calcare sovrasta al terzo strato carbonifero, ossia al primo del terreno miocenico inferiore, formando di esso il tetto.
Il letto di codesto strato è un banco di argilla uguale alla superiore e di poco spessore; quindi segue di nuovo il calcare che forma il tetto del quarto strato carbonifero, ossia il secondo della formazione del miocene inferiore, che posa anch'esso sull'argilla, la quale è il tetto dell'alberese.
Come sostanze e roccie accessorie, troviamo nel terreno miocenico superiore dell'alluminato di ferro in riunioni concentriche di poca estensione, e qualche volta in piccoli strati. Questo minerale ha sede specialmente in vicinanza dello strato carbonifero, e generalmente il suo apparire è considerato come sicuro indizio del prossimo ritrovo del carbone.
Nel terreno inferiore troviamo spesse volte delle roccie plutoniche, come conglomerati ofiolitici, serpentini e trachite.
La formazione eocenica, composta di alberese, galestri e macigno, non ha per noi valore e ne tralascio la descrizione, essendo conforme a quella di molte altre località della Toscana.
Accenno solo che in essa si trova la potente diga metallifera del vicino Castello di Pietra ed i filoni ramiferi dell'abbondante miniera del Tesoretto.
La serie della formazione miocenica superiore si vede in tutta la estensione dei terreni della concessione, ad eccezione dell'Acqua Nera, ove non si osservano di essa che pochi indizi: ivi al contrario si riscontra e si vede tutta la formazione miocenica inferiore, con un potentissimo affioramento dello strato carbonifero. Codesta formazione osservasi inoltre isolata alla Carpella, piccola miniera presso Rocca Tederighi, sullo stesso strato carbonifero, ivi però interrottissimo dalle grandi eruzioni plutoniche di trachite e serpentino che seguitano sempre nella linea N.O. - S.E. fino al torrente Asina, ove si entra nel bacino di Monte Massi distante dall'Acqua Nera circa 18 chilometri.
Nel piano di Monte Massi vedonsi gli affioramenti del 1° e 2° strato carbonifero del miocene inferiore, con la completa serie delle sue roccie; e gli affioramenti del 1° e 2° strato carbonifero del miocene superiore. Tutti questi strati furono per mezzo di pozzi e gallerie esaminati nel loro andamento e sulla qualità del carbone che li componeva: specialmente l'antica Società di Monte Massi intraprese i suoi lavori di ricerca sugli strati inferiori, esaminandoli mediante il pozzo denominato Sant'Andrea. La nuova Impresa continuava, mediante vari nuovi pozzi e gallerie, l'esame del primo strato carbonifero del piano superiore, avendolo fatto per ora l'unico scopo della coltivazione: lasciando allo sviluppo dello smercio il decidere se sia necessario o no di coltivare gli altri tre strati. Nelle pianure ove sono le miniere della Ribolla e Follonica, come anche quella di Casteani in pian di Tatti, il terreno inferiore non si scuopre attesa la potenza di quello superiore; e solamente alle falde dei monti che circondano questi bacini, incontrasi le roccie del piano inferiore, ed in modo sì evidente da non poter dubitare della sua esistenza sotto il piano superiore.
Finalmente passato il limite N.E. della concessione Ferrari si trova, alquanto dislocato (4) dalla direzione generale degli strati carboniferi, un affioramento minerario al fosso Brunella, sopra una piccola collina denominata Petraia. Codesto senza dubbio appartiene al primo strato del terreno inferiore, perchè coperto dal solito calcare carbonifero, presentandovisi pure tutte le roccie di quel periodo.
Razionalmente dunque si deve concludere, che ad eccezione della staccata località dell'Acqua Nera, in tutta la concessione Ferrari sono rappresentati quattro ben distinti strati carboniferi, che con la prosecuzione dell'affondamento dei pozzi, devonsi rintracciare.
E' tempo ormai di passare alla descrizione degli strati carboniferi.
Il carbone che in sì gran quantità è contenuto nella formazione miocenica appartiene, geologicamente parlando, alla classe delle ligniti; il che palesa evidentemente nel medesimo la presenza dell'acido ulmico. E' vero bensì, che per il carbone degli strati del miocene inferiore, uguale a quello dell'ora abbandonata miniera di Monte Bamboli, e che appartiene all'identica formazione, alcuni geologi hanno voluto battezzarlo per vero carbon - fossile; ma se esso anche nel senso mineralogico merita il nome di litantrace, perchè sia per struttura, sia per colore, sia per la sua potenza calorifica, può misurarsi con molte qualità di esso, non mi sembra però che le teorie, quantunque ingegnose a tale uopo statuite, possano reggere dirimpetto alla dottrina generale della scienza geologica, la quale non ammette che nei soli terreni paleozoici, nel trias e nel lias, o piano inferiore della formazione giurese, la presenza di litantrace.(5)
Lo spessore del primo strato del terreno superiore, varia da 4 a 8 metri cioè:
A Casteani, generalmente 6 metri; al pozzo Follonica metri 7,70; all'affioramento Ribolla oltre 8,00; nel pozzo Ribolla metri 8,00; nel pozzo di Monte Massi metri 6,00; e senza errare si può calcolare la sua potenza media di 6 metri.
Lo strato stesso si compone a Casteani generalmente come segue, e ciò uniformemente fino a 130 metri di profondità alla quale siamo scesi sin qui, cioè:
Al tetto metri 0,50 di lignite schistosa e soltanto adoperabile per usi locali; segue metri 0,50 di eccellente lignite picea pura e compatta; quindi metri 1,50 a 2,50 lignite buona, ma alquanto schistosa e da considerarsi per 2a qualità; metri 2,50 a 3,00 di lignite compatta e pura; e finalmente al letto metri 0,50 schistosa come al tetto.
Il carbone commerciabile è dunque di metri 4 1/2 a 5 1/2 secondo la variazione dello spessore, e la 1a qualità sta in rapporto alla 2a come 3 a 1.
Nel pozzo Ribolla lo strato venne riscontrato di 8 metri di potenza e tutto composto di eccellente 1a qualità. Così pure alla Follonica.
Il secondo strato, 8 metri sopra al primo, ha uno spessore che varia da 0,90 a metri 2,50; a Casteani metri 1,00; al pozzo Follonica metri 1,20; al pozzo Ribolla metri 2,50; ma in media lo si può calcolare di un metro di potenza. La qualità del carbone è tutta commerciabile e quasi intieramente composta di 1a qualità.
Il terzo strato, ossia il primo del periodo inferiore, più di 250 metri verticalmente sotto il secondo, ha uno spessore molto variabile da pochi centimetri a 2 metri ed all'Acqua Nera anche di 4 metri. Per cui calcolando in media 80 centimetri, siamo certi di non errare.
Il carbone che contiene, tutto eguale in qualità e struttura, è compatto e purissimo.(6)
Il quarto strato, cioè il secondo del periodo inferiore, finquì non si conosce che nel suo affioramento nel piano di Monte Massi, quindi non può dirsi nella di preciso sul medesimo; avendo la sua superficie nel letto del fosso Raspolino, dimostrasi non completo, ed ha uno spessore di circa 40 centimetri. Siccome però detto affioramento è analogo a quello del terzo strato, anch'esso visibile nello stesso fosso e non dimostrante spessore maggiore, si può ragionevolmente arguire che lo spessore debba essere identico.
Cenni fisici, mineralogici e chimici dei vari strati.
A) Carbone dei due strati superiori.
Il carbone degli strati superiori, nella sua 1a qualità, è compatto, di color nero splendidissimo; però la polvere è bruna. Esso brucia con fiamma chiara, si gonfia e facilmente entra in fusione, e saldandosi insieme i pezzi formano una sola massa. Con la distillazione dà gas, catrame e carbonato di ammoniaca. Il coke che forma ha splendore metallico, ma è però assai leggero.
La 2a qualità presenta una tessitura schistosa, contiene talvolta dei pezzetti di pirite che sono rinchiusi intimamente nel carbone. Brucia con fiamma chiara, gonfia assai meno della qualità precedente, ma i pezzi però si saldano insieme; colla distillazione dà i medesimi prodotti della 1a qualità.
Varie sono le analisi fatte su diversi di codesti combustibili, ma i risultati divergono assai fra loro.
1a qualità secondo l'analisi del prof. Bechi.
Carbone...............0,6185
Materie volatili......0,3760 Calorie 6309
Cenere.................0,0055
Le materie volatili equivalevano a carbone 0,1888.
1a qualità secondo l'analisi fatte nel laboratorio chimico di Marsilia.
Carbonio..............67,134
Idrogeno.................5,542
Ossigeno e azoto..20,712 Potenza calorifica 70,99
Zolfo.......................0,612
Ceneri.....................6,000
Acqua ridotta in vapore da 1 chilogrammo = 7,200.
Un chilogrammo di carbone dà litri 234 di gas da illuminazione.
Facendo bollire il carbone in questione in una soluzione di potassa caustica, ottienesi una soluzione bruna carica, la quale trattata con gli acidi forma un precipitato fioccoso di color bruno rossastro, il che prova la presenza dell'acido ulmico, il quale notoriamente non s'incontra nel litantrace; come non lo conteneva neppure la lignite di Monte Bamboli, nè lo contiene quella del terzo strato di Monte Massi.
Più divergenti ancora sono le analisi della 2a qualità, fatte dal prof. Bechi, dal laboratorio chimico di Marsilia e dal professor Doveri, cioè:
Prof. Bechi
carbone..................0,5368
materie volatili.........0,3900
cenere.....................0,0732
Prof.Doveri
carbonio..................64,2
idrogeno....................3,9
ceneri......................18,5
ossigeno e azoto......13,4
Marsilia
carbonio..................55,252
idrogeno....................4,335
ossigeno e azoto.......25,133
zolfo..........................1,000
ceneri.......................14,280
Dalla relazione nella quale sta l'idrogeno all'ossigeno, resulta a priori, che non eccedenti le proporzioni in cui questi due elementi compongono l'acqua, esso carbone è della qualità così detta magra: poco bituminoso, ed in conseguenza non rende un coke compatto e rigonfiato. (7)
La gran copia di ossigeno spiega poi come il carbone in discussione brucia con una fiamma vivissima ed ardente, per cui è molto apprezzabile per quelle applicazioni ove occorre un risentito colpo di fuoco, come per i forni a reverbero e da puddlage.-
Il detto carbone lascia dopo la sua combustione una cenere polverulenta e sciolta, e per tale proprietà diviene un pregevole combustibile per tutte quelle operazioni, ove il continuato ripulir delle griglie dalle intassature, diviene nocivo ed impossibile; come sarebbero i forni a reverbero, le caldaie delle macchine a vapore e specialmente quelle delle locomotive. (8)
B) Carbone degli strati inferiori.
Il carbone degli strati inferiori, sui quali finqui la nostra Impresa non ha come sopra dissi estese le sue operazioni, non conoscesi che da una analisi dei professori Piria e Matteucci, fatta eseguire dalla precedente Società di Monte Massi, che diede i seguenti risultati:
carbonio...................67,00
idrogeno.....................5,00
ossigeno...................17,83
azoto..........................0,92
ceneri.........................9,25
Il detto carbone è nero di colore, di splendore vivace, la polvere resta nera e luccicante, nella distillazione dà principii ammoniacali, non si scuopre l'acido ulmico, e dà un coke assai compatto.
Per le sue qualità fisiche, mineralogiche e chimiche codesto carbone devesi mettere nel rango del litantrace o vero carbon fossile, quantunque appartenga al periodo miocenico.
Non posso lasciare inosservato che il potere calorifico del carbone del 1° strato, venne stabilito in grande dal cav. ingegnere T. Mati, già direttore dei lavori del porto di Livorno; il quale per commissione del R. Governo fece nel 1865 l'esame paragonativo fra il carbon New-Castle 1a qualità e la lignite di Tatti, pure di 1a qualità; e ciò in un viaggio sul vapore San Vittorio della R. Marina, da Livorno a Portoferraio con la lignite, e da Portoferraio a Livorno con il carbone New-Castle.
Dal rapporto fatto dal prefato signor ingegnere a S. E. il signor Ministro dei lavori pubblici risulta, che le condizioni del mare per i due viaggi erano perfettamente identiche e che il potere calorifico della lignite di Tatti 1a qualità, sta al carbone New-Castle 1a qualità, come 1:0,785.
L'analogia dei giacimenti, l'andamento generale, la potenza, le condizioni eguali mineralogiche e chimiche, la direzione ed inclinazione di codesti strati, sempre identiche nei molti punti ove essi sono riscontrati, dimostrano essere strati paralleli, che dalle miniere di Casteani nel piano di Tatti, incominciando dal torrente Confiente, si dirigono verso il torrente Follonica, di lì verso quello di Ribolla, d'onde verso la miniera di Poggio Moretto nel piano di Monte Massi, e quindi proseguono, benchè interrotti frequentemente e sconvolti dalle successive eruzioni ofiolitiche, verso il fosso della Carpella, più là verso quello dell'Acqua Nera; ove come sopra è detto, si presenta un potente affioramento del 3° strato.-
Prendendo per base una tale linea di direzione emerge che la direzione generale de'detti strati è da N.O. a S.E.
La inclinazione dei medesimi, varia spesse volte da 10° a 45°, ma generalmente è di gradi 28.
Non di rado osservansi sconvolgimenti degli strati, cagionati specialmente da così dette Selle, sia che il terreno del letto si sia rialzato, sia che quello del tetto abbassato. Tali selle, se non cagionano una completa interruzione degli strati, li restringono però in modo che quasi spariscono. Oltre di ciò li rigettano o a sinistra o a destra. Ma tali intervalli non durano per lunghi tratti ed in generale riconoscesi una certa regolarità ed analogia nel loro venire ed andare, il che per l'esercizio delle miniere non è di una importanza secondaria.
Con la pratica esperienza acquistata possiamo oggi calcolare quasi con matematica certezza il ritorno dello strato al riscontro di una sella.
Se poi prendiamo per base le esperienze fin qui raccolte sulla continuazione degli strati carboniferi in proporzione alle loro interruzioni e restringimenti per cagione delle menzionate selle, possiamo dedurre che nella estensione longitudinale degli strati essi per 5/8 sono in piena potenza e per 3/8 sconvolti ed interrotti da non meritare l'escavazione.
Relativamente al proseguimento degli strati carboniferi verso la profondità, sappiamo che fino alla profondità verticale di 130 metri sotto la superficie, il che corrisponde a circa 300 metri inclinati, profondità massima fin qui raggiunta coi nostri lavori, non osservansi alcuna variazione nella potenza dei detti strati.
Con tutta la ragione si può da questo fatto dedurre che gli strati arriveranno alla doppia e maggiore profondità della massima finqui constatata, dunque a metri 260 verticali ossia metri 540 circa nel senso dell'inclinazione dei medesimi. Gli strati vanno inoltre fino alla superficie, coperti generalmente da pochi metri di terreno d'alluvione.
Dalla esperienza fatta sopra gli sconvolgimenti ed interruzioni degli strati verso la profondità si può con ragione stabilire la stessa proporzione, come per la estensione longitudinale, cioè per 5/8 carbone e per 3/8 sconvolgimento ed interruzione.
Valutazione del deposito carbonifero.-
Nell'istituire ora il calcolo della quantità di tonnellate di carbone rinchiuse nei tre bacini della Impresa Ferrari, io cerco di tenermi lontano da iperboli d'immaginazione, giacchè tale calcolo naturalmente non può basarsi che in gran parte sopra ipotesi, giustificate però dalla esperienza acquisita coi lavori fin qui eseguiti. Mi sono noti gli inconvenienti che spesse volte sono derivati da simili calcoli non severamente ponderati ed i disastri finanziari che in cotesti hanno avuto la principale origine.
Abbiamo visto che nel miocene superiore si trovano due strati carboniferi della complessiva potenza di 6 metri, carbone commerciabile, e nel miocene inferiore altri due dello spessore di 0,80 metri ognuno, cioè di metri 1,60 insieme.
Abbiamo visto che la linea di direzione si estende dal fiume Confiente a N.E. sino al fiume Asina a S.O., per una lunghezza di metri 8621. Ma siccome dal fosso del Vallone nel piano di Monte Massi fino al fiume Asina, cioè per una lunghezza di metri 1700 circa, il terreno è montuoso e sconvolto, così la prudenza vuole di defalcarlo dalla menzionata lunghezza di metri 8621, giacchè gli strati vi saranno pure sconvolti ed interrotti.
Abbiamo visto che la profondità alla quale si può supporre che scenderanno gli strati nel senso della loro inclinazione è di metri 540 circa; ma ciò faccio valere solamente per gli strati del miocene superiore, che come è detto vanno fino alla superficie; mentre quelli del miocene inferiore soltanto nel piano di Monte Massi si scuoprono nei loro affioramenti, essendo altrove coperti dal terreno superiore.
Abbiamo visto che a norma delle esperienze si può calcolare che gli strati per 5/8 sono in pieno carbone, per 3/8 sconvolti, restrinti od interrotti.
Risulterebbe dunque:
A) Strati del terreno superiore.
6 metri di potenza
6900 metri di lunghezza
540 metri di profondità od altezza
dunque metri cubi 22,356,000: defalcando da questi 3/8 ottienesi metri cubi 13,972,500 di carbone.
Da una esperienza fatta risulta che 6 metri di lunghezza di galleria in carbone per due di larghezza e due e mezzo di altezza, dunque 30 metri cubi, forniscono 32 tonnellate di carbone; per cui calcolando un metro cubo uguale ad una tonnellata, si ottiene che gli strati superiori presentano un deposito di 14 milioni di tonnellate.
B) Strati del terreno inferiore.
Per questi la prudenza vuole che si calcoli:
150 metri di potenza complessiva
7221 di lunghezza
250 di profondità,
e così metri cubi = 2,707,875; e togliendone come sopra 3/8 per la interruzione, risulterebbero metri cubi, ossia tonnell. 1,692,420 di carbone contenuto negli strati inferiori.
Non tenendo conto alcuno di cotesti ultimi strati, e viste le precauzioni prese e le riduzioni applicate, si può affermare che le miniere dell'impresa mineraria Ferrari, sempre esclusa quella staccata dell'Acqua Nera presso Sasso Fortino, contengono circa:
Tonnellate 15 milioni di carbone commerciabile.
Cosicchè producendo 100 mila tonnellate l'anno, si ha deposito sufficiente per 150 anni.
NOTE
(1) Dico coadiuvate ancora dalla costituzione geologica del suolo perchè, come vedremo in appresso, specialmente nei piani di Follonica e Ribolla trovasi, passati appena i 3 o 4 metri di terra d'alluvione, uno strato di sabbia e ghiaia, antichi letti di quei torrenti, talmente acquifero, che soltanto con armature e muramento a tenuta di acqua, può progredirvi la profondazione dei pozzi.
Codesto strato ha una potenza di pochi metri e posa sull'argilla compatta del terreno carbonifero, la quale impedisce alle acque soprastanti il suo passaggio verso la profondità.
Queste acque senza scolo possono considerarsi stagnanti e perciò nei calori estivi ha luogo l'evaporazione ed il riassorbimento delle medesime, favoriti entrambi dalla porosità del terreno d'alluvione; quindi è certo che, quanto maggiore è la quantità di umidità che si sviluppa in una data località maremmana, più predispone la costituzione umana allo sviluppo della febbre miasmatica; e per quanto l'umidità non possa considerarsi una causa delle febbri miasmatiche, è sempre però facile cagione di quelle intermittenti.
(2) Alle Miniere di Capanne Vecchie e di Val Castrucci nel Massetano da me dirette per il corso di 10 anni, si doveva pure sospendere la lavorazione nei mesi estivi, in causa delle febbri miasmatiche, e fino al 1850 si trovava a fatica chi volesse ivi fare la guardia.
La prima estate incominciai col tenervi 8 lavoranti ai quali davo più riposo e paga maggiore; per cui dal 1855 in poi la lavorazione ha proseguito l'intiera annata nella sua totalità, senza che si avesse un numero straordinario di malati. Come pure da due anni, viene proseguita nei mesi estivi la lavorazione alla Laveria dell'Accesa; località che per essere presso il padule, è certamente una delle peggiori di Maremma.
Nei mesi di luglio, agosto e settembre dell'anno ora cadente abbiamo tenuta aperta la lavorazione con numero 60 persone.
Nonostante che dappertutto in Maremma l'estate decorsa si presentasse eccezionale per rapporto alla numerosa quantità di malati di febbri miasmatiche, non abbiamo avuto da deplorare che relativamente pochi casi di simile malattia, specialmente perchè occupavansi quasi tutte persone dei vicini paesi.
(3) Ho voluto dettagliare la varietà delle argille che s'incontrano nel periodo superiore, essendo esse le vere e quasi uniche guide nella coltivazione di quelle miniere. L'occhio pratico non sbaglia nel decidere se in un lavoro di ricerca siamo nell'argilla del tetto o del letto degli strati carboniferi.
(4) Tali dislocamenti osservansi spesse volte, e sono cagionati per il terreno del miocene inferiore dall'eruzioni plutoniche, e nel miocene superiore dal sollevamento del piano medio.
(5) La denominazione Carbon fossile è troppo generica per esprimere con precisione quella qualità di Carbone minerale che appartiene alle formazioni suddette, essendo anche la Lignite un Carbon fossile. E' vero però che anche la parola Litantrace non esprime altro che quello.
Fra le Ligniti vi sono molte qualità, come la Lignite picea, che hanno col litantrace molta maggiore affinità che non le qualità terrose della Lignite.
Quelle hanno già preso tutto il tipo, struttura, colore ec. del litantrace; queste hanno mantenute le loro forme legnose ed il colore del tutto differente, cioè bruno e terroso. Non è remoto il tempo nel quale fu spregiata in Italia la Lignite, e non pochi industriali rifiutarono a priori il combustibile nazionale, prchè Lignite: vi erano scienziati che non credevano alla presenza di potenti depositi carboniferi nel miocene; altri, i quali dichiaravano non essere applicabile che in pochissimi usi.
Quanto era ingiusta ed erronea una tale asserzione!
In oggi le Ligniti sono un prezioso combustibile applicabile a moltissime industrie, e quella dell'impresa Ferrari serve oggi a molte caldaie di macchine a vapore, ai forni Puddling, alla raffinazione degli solfi, ai forni a rigeneratore a gas, e nelle sue qualità inferiori, alle fornaci da mattoni e calce.
(6) Il terzo strato è da noi conosciuto soltanto dalle memorie e piante lasciateci dall'antica Società di Monte Massi; la quale aveva fatto su questo lo scopo principale della sua speculazione, perchè ha per tetto il calcare ed è nella sua giacitura, struttura e qualità, identico a quello, allora tanto accreditato per vero carbon-fossile, proveniente dalla miniera di Monte Bamboli.
Col pozzo Sant'Andrea lo raggiunse alla profondità di metri 67, e prolungava su esso varie gallerie e discese.
All'Acqua Nera lo si trova in un potente affioramento, come pure in altro affioramento alla Brunella, ma di una potenza inferiore.
(7) I ripetuti esperimenti da me fatti circa la cokefazione di tal combustibile, hanno dato per risultato:
1° Che i pezzi grossi danno un coke leggero, poco gonfiato e che ha mantenuta la forma primitiva dello stesso carbone, e di uno splendore bellissimo e metallico:
2° Che dalla polvere si ottiene una polvere di coke, che non è agglomerata insieme e di aspetto metallico.-
Dai resultati degli esperimenti fatti su vasta scala, nello stabilimento di cokefazione dei signori Appold a Saint Avond, si riscontrò che mescolando insieme il carbone di Tatti e Monte Massi (strati superiori), con una quantità di carbone molto grosso, come per esempio, della Franche-Comté, di New-Castle ec., si ottiene una eccellente qualità di coke, atta a qualunque uso al quale lo si voglia destinare.
(8) Le Strade Ferrate Romane hanno sempre rifiutato l'impiego di questa
Lignite per le locomotive dei treni merci. La Società dell'Alta Italia adopera
per il passaggio del Brennero e fino a Salisburgo una Lignite picea simile alla
nostra, e molte ferrovie Germaniche, come anche quelle della Francia
meridionale, adoperano Lignite per alimentare le locomotive, specialmente
quelle dei treni merci.