* Documento gentilmente concesso da Elena e Walter Scapigliati *
BOLLETTINO
DEL R. COMITATO GEOLOGICO D' ITALIA.
N° 7 e 8 - Luglio e Agosto 1873.
(Prima Parte)
NOTE GEOLOGICHE
Osservazioni sulle Miniere Carbonifere dell'Impresa Mineraria Ferrari, nella Maremma Toscana, per l'ingegnere Costantino Haupt.
Nella pianura di Monte Massi e di Tatti, piccoli castelli della Maremma Toscana, da 14 anni si è sviluppata un'industria mineraria, che pel rapporto tecnico e scientifico da un lato, per il merito del prodotto e la sua copiosa quantità dall'altro, è di non comune interesse per la scienza, per l'industria e per l'economia nazionale.
L'Impresa stessa, le cui miniere sono situate nella surriferita pianura, fu attivata dal nobil uomo signor commendator Luigi Ferrari - Corbelli, coll'imprendere la coltivazione delle medesime, sviluppandola nel modo il più ragionevole e con una perseveranza più unica che rara, in mezzo ad ostacoli di ogni sorta che vi si frapponevano. Un ingente capitale da esso sborsato all'uopo, ha portato codeste miniere al punto di poter dare oggi una rilevantissima annua produzione di un eccellente combustibile, atto a servire alle diverse e varie industrie. Come si vedrà, la produzione medesima può senza difficoltà di sorta elevarsi alle 100 mila tonnellate annue, e ciò per un corso lunghissimo di anni.
Cenni storici. - Dopo alcuni infruttuosi tentativi, che il Governo granducale di Toscana fece eseguire negli anni 1837 - 38, specialmente nel piano di Monte Massi, della Pietra e nell'altipiano di Acqua Nera presso Sasso Fortino, con l'intento di constatare l'esistenza di potenti depositi di carbon - minerale in quelle località, una Società anonima o Consorzio acquistò nel 1839 - 40 il diritto di escavazione dai relativi proprietarii nel piano di Monte Massi, e cominciò nell'anno 1841 i lavori di ricerca. Il primo pozzo (Toscano) raggiunse, alla profondità di metri 115, il primo strato carbonifero con una potenza di metri 10 complessivi, e a metri 125 il secondo strato, potente metri 1,20.
Questi due strati, appartenenti come vedremo al piano superiore del terreno miocenico superiore, non erano però quelli ai quali mirava la detta Società, la quale ricercava il terzo strato, appartenente al miocene inferiore, che ha per letto un calcare carbonifero e in cui la qualità del combustibile, per essere di più remota origine, è alquanto più perfetta di quella dei due summentovati strati superiori. Il detto pozzo disgraziatamente franò per intiero e la Società aperse due nuovi pozzi, postandoli più vicini agli affioramenti dei respettivi strati; raggiunti i quali li esaminò nel loro andamento per mezzo di varie gallerie e discese. - Però con l'esecuzione di tali lavori esaurì il capitale sociale, per la qual ragione dovè sospendere nel 1848 la lavorazione: pozzi e gallerie, non a dovere mantenuti, dopo poco tempo franarono completamente e per ben dieci anni quei depositi carboniferi rimasero sepolti e quasi dimenticati.
Il prefato signor commendatore Luigi Ferrari - Corbelli acquistò nel 1858 i diritti sotterranei della Società. Con nuovi pozzi e gallerie di ricerca completava l'esplorazione sulla estensione del campo minerario e sulla qualità del combustibile.
Nel 1850 eransi pure scoperti degli affioramenti nel piano di Tatti, e precisamente nel letto del fosso Magnaratico, nel letto del torrente Follonica e del torrente Ribolla, di cui i signori De- Mailland, Callion e C. acquistarono il diritto di escavazione; vi fecero alcuni insignificanti lavori e venderono poi nel 1858 allo stesso signor commendatore Ferrari - Corbelli. Finalmente il medesimo comprò nel 1860 la massima parte dei diritti d'escavazione del deposito carbonifero dell'Acqua Nera presso Sasso Fortino. Per cui l'impresa mineraria Ferrari, possiede oggi:
a) Le Miniere carbonifere dette di Poggio Moretto nel piano di Monte Massi;
b) Le Miniere dette di Ribolla e Follonica, confinanti a Sud delle prime;
c) Le Miniere di Casteani nel piano di Tatti, confinanti pure a Sud delle seconde, e
d) Le Miniere, o per dir meglio gli affioramenti carboniferi dell'Acqua Nera presso Sasso Fortino.
Delle quattro miniere si trova attualmente in piena lavorazione soltanto la terza, cioè quella di Casteani, non essendosi sviluppato lo smercio di detto combustibile in una scala maggiore alla capacità produttiva di detta miniera. Per dar principio alle operazioni commerciali di detto combustibile sceglievasi codesta miniera, piuttosto che le altre più estese e per situazione geologica più potenti, per esser questa più vicina alla stazione ferroviaria. Nell'attuale campagna, avendo lo smercio del prodotto minerario preso uno sviluppo considerevole, verrà nell'anno prossimo incominciata la escavazione del carbone anche dalla miniera più vicina, cioè da quella al torrente Follonica denominata Casetta Papi.
Condizioni topografiche. - Il terreno della concessione dell'impresa Ferrari è formato da vaste pianure contornate da poggi e monti, che fan distinguere a colpo d'occhio i bacini del terreno carbonifero.
Le dette contrade sono frequentemente interrotte da torrenti e fossi, fra i quali primeggiano i torrenti Confiente, Carsia, Follonica, Ribolla ed Asina, i fossi Magnaratico, Rio Petroso, Raspolino, ecc.
L'areale complessivo sul quale estendesi il diritto di escavazione, non compresavi la concessione dell'Acqua Nera, è di metri quadrati 33,500,000, repartiti nel modo seguente:
A) Miniera di Casteani. - Dal torrente Confiente a quello Follonica, metri 4452 in lunghezza e metri 4300 in larghezza; metri quadrati 19,143,600.
B) Miniera Follonica - Ribolla. - Dal torrente Follonica al fosso della Valletta, lunghezza metri 960, larghezza metri 3200, metri quadrati 3,072,000.
C) Miniera di Poggio Moretto nel piano di Monte Massi. - Dal fosso della Valletta fino al torrente Asina, metri 3209 lunghezza, metri 3501 larghezza, metri quadrati 11,234,709.
Volendo ora valutare l'importanza delle miniere in discorso, desumendola dall'areale di concessione, dovremmo ritenere quella di Follonica - Ribolla per la minore, mentre pel rapporto geologico e minerario è, come vedremo, almeno la seconda. Non è dubbio che gli strati carboniferi possano ivi seguitare per tutta la lunghezza di metri 960, senza alcuna interruzione, come anche scendere senza intervalli ad una profondità molto considerevole. Ciò in grazia alla configurazione del terreno, tutto pianura e non interrotto come alle altre miniere da colline e monti, i quali sono sempre indizii di perturbazioni nell'andamento regolare degli strati.
La posizione topografica di dette miniere è oltremodo favorevole allo smercio dei loro prodotti; esse distano repartitamente 9 chilometri dalla prossima stazione della ferrovia Roma - Livorno, circa 10 da quella Asciano - Grosseto, 15 dal maree e dai RR. Stabilimenti di Follonica e di circa 7 dall'importante distretto minerario del Massetano, e sono anche in prossimità delle miniere di rame di Rocca Tederighi; così che queste imprese metallurgiche possono avere da detto carbone un eccellente e molto economico combustibile per le loro future operazioni.
Le località ove le miniere sono poste si presentano pure allo sviluppo d'industrie locali e fra queste all'impianto di grandi fornaci da mattoni e terre cotte, esistendovi immense quantità di buonissima argilla; all'impianto di una vetreria, perchè oltre il combustibile a sì basso prezzo, si trovano vicinissimi grandi depositi di purissimo quarzo bianco.
Attualmente una strada ruotabile mette le miniere in comunicazione con la via R. Emilia e con la ferrovia maremmana. Sviluppandosi sempre più lo smercio del combustibile, sarebbe facile e poco costoso il costrurre un tronco di ferrovia di un percorso di 9 chilometri circa, col quale s'abbraccerebbero tutte e tre le miniere; costruzione facile e poco dispendiosa, non abbisognandovi costose opere d'arte.
Condizioni climatiche.- Le miniere, situate come sono nelle basse pianure della Maremma grossetana, non troppo distanti dai paduli di Castiglion della Pescaia e di Scarlino, non erano fin qui coltivabili nei mesi estivi, in causa delle febbri miasmatiche che in tal'epoca ivi si sviluppavano; le quali a mio credere sono molto coadiuvate, almeno in parte, dalle condizioni geologiche di dette miniere, come anche dalla scarsità della popolazione, derivante dalla meschina coltivazione che in quei luoghi s'incontra. (1)
Tale
forzata sospensione di lavori è dannosa ed incomoda all'esercizio e
coltivazione delle miniere, per cui da un anno si prosegue a tenere,
limitatamente bensì, in attività la miniera di Casteani, l'unica fino al
presente coltivata, abbreviando dai 4 mesi ai 2 e 1/2 la durata della
sospensione dei lavori; prese, si intende, le opportune precauzioni riguardo
allo stato igienico degli operai, cioè col procurar loro buone acque potabili
ed un vitto più sostanzioso: così si è ottenuto di avere uno scarso numero di
casi di malattia e si spera con qualche fondamento di arrivare un poco per volta
a tenere aperta la lavorazione quasi tutto l'anno, come vediamo praticato da
altri in località della Maremma molto più pericolose che non siano quelle in
discorso (2)
Seconda parte