- La storia -

Il Granducato di Toscana



Con l'istituzione del Granducato di Toscana e l'avvento della dinastia dei Lorena iniziò una vera e propria strategia di riforme: abolizione della dogana dei Paschi, libera coltivazione della terra e libertà di taglio dei boschi, abolizione dei feudi, abolizione delle tasse sulla proprietà, avvio della bonifica di vaste zone paludose.
Le riforme leopoldine ebbero inizialmente un maggiore effetto sulle colline circostanti; se infatti nella pianura grossetana le vaste zone paludose imposero alle riforme tempi lunghi per sortire effetti, nelle terre collinari e specie nelle comunità più grosse che meglio avevano sopportato la dominazione cittadina, la crescita demografica e la formazione di una nuova classe proprietaria furono repentine.

Monumento A TUTTI I CADUTI DELLE MINIERE -Ribolla- Negli anni compresi fra la reggenza dei Lorena e la Restaurazione, si erano compiuti numerosi studi, progetti e tentativi per riattivare le antiche escavazioni minerarie che tanta ricchezza avevano rappresentato in epoca medioevale.
Nei primi decenni del 1800 Luigi Porte (riconosciuto come il principale artefice della ripresa mineraria in Maremma) condusse ricerche sui filoni di rame a Roccatederighi; fondò una società per azioni ma nel giro di 2 anni le attività si conclusero.
Seppure molto ricco, il filone di Roccatederighi, si rivelò complesso da escavarsi e la miniera funzionò sporadicamente in corrispondenza dei conflitti bellici.

Nel corso degli anni 30 anche il governo Granducale si interessò allo sfruttamento del sottosuolo per assicurarsi un combustibile alternativo al carbone di legna (il cui crescente consumo metteva a rischio le riserve boschive dello stato) e per il desiderio di disporre di un fattore determinante della ricchezza dei paesi industriali.


La vera scoperta destinata a cambiare le sorti dell'industria mineraria maremmana fu quella di un vasto bacino lignitifero nelle vicinanze di Montemassi, vicino al torrente Ribolla.
Le prime attività di ricerca risalgono al 1839 ma solo nel 1843 iniziò la produzione. Molti erano i problemi legati all'escavazione: scarsi capitali, poca esperienza, difficoltà enormi nel trasporto del minerale che veniva effettuato solo con carri e buoi, la malaria che bloccava i lavori durante l'estate.
Intorno al 1850 la miniera di Ribolla produceva solo il 2% del prodotto nazionale, circa 5 mila tonnellate.
Nel 1891 iniziarono i lavori per la costruzione di una ferrovia fra la miniera e la stazione di Gavorrano: la produzione salì a 20 mila tonnellate nel 1893 e a 40 mila agli inizi del nuovo secolo; da 20/30 lavoratori dei primi anni si passò a più di 500.
Lo sviluppo della produzione seguì fasi alterne; toccò i picchi massimi con l'avventura coloniale e poi con la grande guerra.

Con l'arrivo della Montecatini, nel 1924, e del suo dinamico amministratore delegato Guido Donegani, la miniera di Ribolla divenne una delle principali escavazioni minerarie in Italia, arrivando ad impiegare migliaia di operai.
Una nuova impennata si ebbe con la seconda guerra mondiale, malgrado la carenza di manodopera: nel '42 la produzione fu di 270 mila tonnellate di lignite.
Poi l'armistizio, il passaggio del fronte e le lotte partigiane rallentarono la produzione ma a guerra finita, per far fronte ai primi anni della ricostruzione e avendo di nuovo disponibilità di manodopera, la produzione riprese: nel 1947 gli operai erano 3.537.
Ma la riapertura dei mercati portò anche le produzioni estere di carbon fossile (i cui costi erano decisamente inferiori); l'avvento del petrolio segnò definitivamente le sorti della miniera: nel 1954 i lavoratori erano 1.207.
Malgrado la sostanziale diminuzione del numero dei lavoratori impiegati nella miniera ( da 2.170 nel '48 a 1.207 nel '54) la produzione rimase inalterata nel corso degli anni, intorno alle 160/170 mila tonnellate. Appare evidente come la Montecatini puntasse ad intensificare la produttività anche a scapito della sicurezza e della manutenzione.

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Liberamente tratto da: Guideri Boldrini -Contributi per una storia dell'antropizzazione del territorio di Roccastrada-