Una storia che sconfina nella leggenda

 
 

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U
n delitto così violento non poteva certo non trasformarsi in una sorta di leggenda.
Da più di cinquant'anni la storia dei Sillari passa di bocca in bocca, di generazione in generazione ed è stata arricchita, colorata dalla fantasia popolare che narra di rumori strani, lamenti, passi uditi nella casa dove avvenne il delitto.
Di fatto, fino ad oggi, la casa è stata abitata poche volte e per poco tempo, da alcune famiglie. Con gli anni ha assunto un aspetto sinistro; macchie di ruggine intorno alle finestre, intonaci caduti e una folta vegetazione che le è cresciuta intorno stringendola sempre più.
Da sempre questa leggenda ha parlato di fantasmi, quelli di Rita e di Silla; nell'immaginario collettivo quegli spiriti aspettano di trovare la loro pace, il loro cammino nell'aldilà. Soprattutto quello di Rita, che è spirata proprio in quella casa.
La storia narra che Rita, avendo riconosciuto uno dei banditi, abbia cercato di togliergli il fazzoletto da viso. Questa è stata la sua fine. Il bandito le ha tagliato la gola con un coltello da macellaio, fornito probabilmente dal Serraglini, che era fuori a fare da palo.
Presi dal panico, i banditi hanno sparato a tutti.
Chi ha visto il  cadavere di Rita racconta di una grossa benda intorno al collo, per nascondere quella ferita mortale. Di un volto triste.
La sera dell'aggressione, il Serraglini prese a Ribolla l'autobus per tornare a casa, a Roccatederighi. Dicevano che fosse tutto sudato, sporco. Lui si giustificò raccontando di essere andato a vendere del bestiame e di aver  fatto tardi. Per questo  era accaldato.
Probabilmente aveva corso per i campi, aveva camminato per chilometri fino a raggiungere la fermata dell'autobus. Il giorno dei funerali di Rita era in prima fila a portare la bara, forse preso dal rimorso, forse non immaginava che le cose potessero finire in una tragedia.
Subito dopo si rese latitante. Dopo poco tempo fu catturato ed arrestato, probabilmente mentre cercava di salire su un treno alla stazione di Gavorrano.

( Laura Maggi )


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