Prime avvisaglie di una tragedia annunciata

“MONTECATINI”
SOCIETA' GENERALE PER L'INDUSTRIA MINERARIA E CHIMICA

GRUPPO MINIERE DI MAREMMA

La situazione della Miniera di Ribolla
e la sicurezza nelle Miniere

L'Associazione degli Industriali della Provincia di Grosseto ha inviato alle Aziende Minerarie della Provincia la lettera in data 29 Ottobre 1953 con la quale il Corpo delle Miniere – Distretto di Grosseto – per le Province di Grosseto e Siena – ha preso in esame la situazione della Miniera di Ribolla e la sicurezza delle Miniere, lettera che qui di seguito riportiamo.

MINIERA DI RIBOLLA

La produzione e la mano d'opera – Il rendimento delle miniere di lignite e di carbone in tutto il mondo si avvicina alla Tonnellata/uomo/giorno e la supera anche sensibilmente.
Infatti dalle riviste e libri reperibili in questo Ufficio si ricavano i dati della tabella seguente:

Rendimento in kg./uomo/giorno

MINIERE DI COMBUSTIBILI

Anni Ribolla Sarre Francia
carbone e
lignite

Paesi Bassi

 

Inghilterra U.S.A
Antracite
U.S.A
carboni
bitume e
lignite
1945
1946
1947
1948
1949
1950
1951
1952
179
229
264
293
322
342
314
441
733
834
868
764
845
960
1043
1037
755
601
597
618
711
779
858
906
617
639
1120
1326
1047
1426
1420
-
1020
1050
1090
1130
1180
1210
1230
1210
2790
2840
2780
2810
2870
2830
2970
-
5780
6300
6420
6260
6430
6770
7040
-

Risulta che dai paesi stranieri citati nella tabella stessa, solo nelle miniere di combustibili francesi si ha un rendimento inferiore ai 1000/kg/uomo/giorno; che è normale il rendimento di oltre 1000/kg/uomo/giorno nelle miniere di lignite U.S.A.
Di fronte a questa situazione, al principio del 1952 la produzione di Ribolla era di circa 300 kg/uomo/giorno, vale a dire che su una tonnellata gravava l'importo di 3.3 giornate di manodopera, ossia una somma già superiore da sola al prezzo di vendita della lignite.
La Società “Montecatini” prospettò allo scrivente all'inizio del 1952 da situazione e le chiese di essere autorizzata ad esperimentare un nuovo metodo di coltivazione che avrebbe dovuto permettere di aumentare il rendimento o di diminuire le spese in modo di raggiungere per lo meno l'obiettivo di una minore perdita di esercizio.
Si trattava di un metodo per cantieri a fondo cieco e franamento del tetto, già sanzionato da una gigantesca applicazione in Francia nella Miniera di Montrambert, con lavori profondi m. 700 e stranamente analoga a quella di Ribolla quanto ad irregolarità del giacimento, a grandezza delle spinte dei terreni ed incendiabilità del carbone.
Lo scrivente autorizzò l'esperimento imponendo misure ancor più restrittive di quelle dettate dal Corpo delle Miniere di Francia, tranquillo per la sicurezza del nuovo sistema e convinto di contribuire al mantenimento in vita della miniera.
Naturalmente durante l'esperimento di applicazione, che si considera ancora in atto (due anni non si considerano in genere sufficienti per mettere a punto un nuovo metodo di coltivazione in una miniera) c'è stato bisogno di qualche adattamento e si è manifestato qualche inconveniente che è stato subito eliminato o è il corso di eliminazione (per gli incidenti) ma in complesso l'esperimento è riuscito e, senza nessun inconveniente per la sicurezza (si tornerà su questo argomento più avanti) si è potuto portare la produzione a 441 kg/uomo/giorno nel 1952 e 445 kg nel 1953 (media dei primi 9 mesi).
Il miglioramento è stato in parte dovuto all'abolizione del servizio delle ripiene (cava esterna, trasporto in sotterraneo e messa in opera, manutenzione delle gallerie di testa) in parte alle caratteristiche del nuovo metodo e un poco infine all'alleggerimento del personale esuberante all'esterno. Il miglioramento è stato modesto e il rendimento di Ribolla è ancora basso (non solo rispetto a quello delle miniere straniere ma anche a quello delle analoghe del Distretto) però ha permesso la continuazione del lavoro. Lo sforzo fisico del singolo operaio è rimasto lo stesso.
È stato scritto che il nuovo metodo di coltivazione è contrario alla legge perché a fondo cieco ed irrazionale in una miniera di carbone, perché a franamento. La difficoltà del fondo cieco è facilmente superata con una sufficiente ventilazione forzata; quanto al franamento non solo esso è usato in altre miniere di carbone italiane (si cita per esempio il Valdarno) ma ha larga diffusione all'estero.
Un dato in proposito è quello relativo alle miniere di combustibili fossili francesi per il 1951 (dato più recente disponibile) nelle quali viene estratto il 30,1% del carbone con metodi a ripiena completa, il 9,7% con metodi a ripiena parziale, il 52,6% con franamento del tetto e il 7,6% per pilastri abbandonati, ecc.

Ventilazione – Si è accusato in più occasioni la Direzione della miniera di avere in alcuni cantieri la ventilazione non indipendente e si è scritto che in tal modo si contravviene all'art. 28 del regolamento di polizia mineraria 1907, n. 152. Nel riprodurne l'articolo che suona:
“Nelle miniere con sviluppo di gas infiammabili ed esplodenti ed in quelle ove il materiale è soggetto ad incendiarsi, debbono adottarsi tutte le disposizioni necessarie a rendere, per quanto possibile, indipendente la ventilazione di ogni singolo cantiere,” anche nei giornali è stato omesso l'inciso “per quanto possibile,” con il quale la presunta infrazione cade.
Infatti la prevista eventuale impossibilità non deve intendersi dal punto di vista tecnico (perché tecnicamente è sempre possibile creare un circuito indipendente per ogni cantiere) ma solo dal punto di vista economico, e Ribolla, miniera passiva, non può essere gravata oltre lo strettamente necessario compatibile con la sicurezza.
Del resto l'inconveniente, che si è presentato in alcuni cantieri nelle zone vecchie di coltivazione (esempio: zona di coltivazione del massiccio di protezione del pozzo n. 7 e zone contigue) ove cantieri del tipo nuovo a fondo cieco si sono inseriti fra zone di coltivazione a ripiena per lo spoglio dei pilastri, sparirà nel prossimo futuro nelle zone nuove.
Infatti per esempio sono stati creati per ventilazione indipendente i cantieri 71, 72, 73, 74 della zona del livello 225 e così nasceranno gli altri cantieri, salvo qualche eventuale difficoltà per ora non prevedibile. È doveroso far rilevare che i tracciamenti per la ventilazione indipendente sono stati iniziati mesi prima che fosse stata segnalata la presunta infrazione.

Incendi – Il carbone di Ribolla, ricco di materie volatili e con presenza di pirite sotto forma di sottili placcature, è facilmente incendiabile e la situazione (già pesante da questo punto di vista) minaccia di diventare ancora peggiore nel prossimo futuro perché nella parte sud del giacimento, dove si indirizzano i nuovi lavori, la lignite è particolarmente ricca di pirite e di materie volatili.
Si sono avuti infatti incendi anche in semplici gallerie di tracciamento nel vergine che avanzavano a tre turni giornalieri e si citano i seguenti esempi, tutti della zona sud, Camorra: discenderia 31; traversa 14; traversa 10 (con due fuochi); rimonta 12; rimonta 13; due fuochi nelle due rimonte 19: ecc.
Non si può fare addebito di questa situazione alla direzione della miniera, la quale continua a fare esperimenti per trovare il modo migliore per combattere gli incendi che si manifestano, ed è noto a tutti coloro che hanno lavorato in passato a Ribolla che la situazione attuale per i fuochi è migliore di quanto non fosse anni addietro.

Temperatura nei cantieri – E' stato scritto che la temperatura nei cantieri di Ribolla raggiunge i 42°. Questa temperatura è stata effettivamente raggiunta nell'ultimo tracciamento verso sud, n. 31, al pozzo Camorra, nel mese di luglio u. s. -
Non avendo modo di ridurre l'inconveniente la direzione fece sospendere il tracciamento ed iniziare una galleria che lo raggiungerà e formerà un nuovo circuito di ventilazione per effetto del quale la temperatura in tutta la zona sarà sensibilmente ridotta.
Per il resto la temperatura media estiva dei cantieri è quella di 32° - 35° con qualche punta di 37°.
Queste cifre sono state ricavate dallo scrivente consultando in miniera il registro temperature le cifre del quale sono determinate in contraddittorio tra i rappresentanti della direzione e gli operai interessati per la liquidazione del premio di temperatura.
Anche il problema delle temperature, più volte agitato recentemente, è previsto nel contratto nazionale di lavoro per gli operai addetti all'industria mineraria e l'ultimo accordo intervenuto in proposito per Ribolla fra i rappresentanti degli industriali e i sindacati operai è quello del 17 luglio 1951.
In detto accordo sono stati stabiliti i premi per le temperature grado per grado da 29° a 37°, nonché oltre 37° ed è stata inoltre prevista una maggiorazione speciale per i lavori eseguiti in condizioni di particolare disagio fra cui è compreso lo spegnimento degli incendi.

Preparazioni: - Si è asserito in più occasioni che le preparazioni a Ribolla sarebbero insufficienti a mantenere per il futuro l'attuale ritmo di produzione. Dopo quanto si è detto per gli incendi che si sviluppano anche in galleria vergine e aggiungendo che forti pressioni interessano le gallerie di Ribolla è facile rendersi conto del fatto che, volendo, non si potrebbero tracciare delle gallerie di preparazione con forte precedenza sull'apertura dei cantieri.
Tenuto conto di quanto sopra si considera soddisfacente l'entità dei tracciamenti eseguiti nei primi nove mesi del corrente anno (m. 1326 in carbone, m. 1701 in sterile nonché assaggi con m. 1395 di sondaggi interni) secondo un programma approvato da questo Ufficio e dal superiore Ministero.

Chiusura dei cantieri: - I focolai di incendio che si sviluppano obbligano a chiudere continuamente dei cantieri creando un tappo stagno nel fornello di ingresso. Per mancanza di aria, o con iniezioni di fango o di cemento il fuoco viene spento e allora il cantiere viene riaperto e il lavoro proseguito.
Un solo cantiere, quello della compagnia 80 – 75 della zona Costantino, incendiato nell'estate 1952, riaperto nel gennaio 1953 e incendiatosi di nuovo quasi subito, è stato definitivamente chiuso abbandonando in esso due passate di circa 1200 tonnellate di lignite. Tutti gli altri sono stati proseguiti fino in fondo, quindi non risponde a verità l'asserzione che a Ribolla si chiudono i cantieri per incendio senza aprirne dei nuovi, come dimostra del resto il fatto che la produzione mensile si mantiene costante.
Il materiale di cantiere viene parzialmente recuperato prima della chiusura (per quel che è possibile senza compromettere la sicurezza e senza fare perdere tempo che favorirebbe l'estendersi del fuoco) e per il resto viene riportato alla ripresa.
Anche per questo argomento è doveroso far osservare che gli incendi e la chiusura di cantieri sono un mal comune alle miniere di carbone di tutto il mondo e così sono frequenti le perdite di quantitativi ingenti di carbone.
In Francia, per esempio nel 1951, sono state compromesse nella chiusura dei cantieri incendiati ton 207.050 di carbone (si cita l'ultimo dato reperibile nelle statistiche). Dinanzi a questa cifra, e pur considerando che una parte di detto tonnellaggio sarà probabilmente stata recuperata in seguito, si riduce alle sue reali modeste proporzioni il tonnellaggio perduto a Ribolla, quantitativo che corrisponde alla produzione di due soli giorni della miniera.

Smobilitazione della miniera – Alla fine dell'ultima guerra mondiale la miniera di Ribolla era rimasta l'unica del Gruppo Montecatini Maremma in piena attività perché i suoi impianti erano usciti quasi indenni al passaggio del fronte. Fu allora che, per non disperdere mano d'opera specializzata e per lenire la disoccupazione, la Soc. Montecatini fece affluire operai a Ribolla dalle altre miniere del Gruppo ed anche dalla miniera di Grottacalda (Sicilia) della stessa Società.
Per questo le maestranze di Ribolla hanno raggiunto il massimo di 3500 unità nel 1947.
Già nel 1948 però cominciò la flessione del personale sia per il ritorno di molte unità alle miniere di provenienza, sia per il necessario adeguamento alle minori possibilità di vendita della lignite, entrata in crisi nel 1948, e sempre meno richiesta per la concorrenza e per la trasformazione a nafta di molti impianti che usavano la lignite.

LA SICUREZZA NELLE MINIERE DELLA MAREMMA
L'industria mineraria è quella che in tutto il mondo presenta gli indici di frequenza e di gravità fra i più alti di tutte le industrie. È quindi facile prevedere che vi saranno infortuni e altrettanto facile è atteggiarsi a censori dopo che un infortunio è avvenuto, dicendo che si era previsto e segnalato alle autorità competenti.
Il persistere degli infortuni nelle miniere di tutto il mondo, malgrado gli sforzi per combatterli, sta a dimostrare l'ineluttabilità del fenomeno e di questo fanno fede gli indici riportati nella tabella seguente pure essi estratti da libri e riviste reperibili in questo Ufficio.

Numero dei morti ogni 3.000.000 di giornate lavorative

Anni

Totale miniere prov. di Gr

Totale italia
tutte le miniere

Francia
miniere ferro

Francia
carbone e lignite

Francia totale escluso ferro e carbone

Sarre
miniere di carbone

Paesi Bassi
miniere di carbone

Inghilterra
miniere di carbone

USA
miniere di antracite

USA miniere di carbone bitum e lignite

1946
1947
1948
1949
1950
1951
1952

3,3
11,5
4,6
6,1
10,0
6,3
3,1

16,7
16,5
9,6
13,5
13,8
-
-

15,7
20,0
17,0
15,5
19,2
21,7
24,6

9,7
14,0
11,4
8,3
10,9
9,1
9,1

11,4
9,2
11,7
6,2
11,0
10,9
14,8

11,6
11,4
14,9
9,0
10,2
7,8
12,7

10,5
9,5
4,5
3,6
4,4
5,3
-

8,8
10,1
7,5
7,5
8,1
7,9
-

27,1
27,6
22,1
20,5
17,9
22,4
-

26,3
30,4
29,2
22,2
22,2
25,9
-

Si deve con vera gioia constatare la soddisfacente situazione dell'Italia rispetto a quella dei principali paesi minerari del mondo e la lusinghiera situazione della provincia di Grosseto rispetto alle medie italiane. L'anno corrente è stato purtroppo finora particolarmente sfavorevole, per i molti infortuni che si sono dovuti registrare, ma è da sperare che si tratti di un anno eccezionale analogamente a quanto si è avuto nel 1950 e nel 1947.
Con questo si ritiene di poter affermare che si è fatto il possibile da parte delle miniere e di questo Ufficio per contenere il fenomeno infortunistico, e si è lieti di comunicare che, nel piano di lotta contro gli infortuni, la Soc. Montecatini ha istituito un Ufficio di sicurezza di Gruppo, diretto da un ingegnere coadiuvato da periti minerari dislocati in ogni miniera. È lecito sperare risultati brillanti, che però potranno essere sensibili solo a scadenza di un anno o due.
A proposito della sicurezza del metodo di coltivazione di Ribolla, malgrado le maestranze non fossero (meno poche unità) abituate con metodi a franamento del tetto e malgrado altre innovazioni siano state introdotte in miniera fra cui quella delle armature metalliche, in due anni non si è dovuto registrare nessun infortunio mortale e solo pochi con degenza superiore ai 30 giorni.
L'infortunio mortale di cui è stato vittima il giorno 12 settembre u.s. l'operaio Pisani Ermanno deceduto sotto una frana è avvenuto in un tracciamento iniziale di cantiere, quindi praticamente in una normale galleria.


( Archivio Walter Scapigliati )


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