Tratto dal libro: Altro che barzellette! Un carabiniere racconta. di Franco Barrocu
( Fatto realmente accaduto a Ribolla intorno al 1950 )
LA BASTONATA
Quando avevo 12-13 anni, una sera d'inverno, verso le 18,
tornato a casa non trovai la mia mamma; immaginando fosse
andata a far visita a una sua amica, decisi di andare a cercarla a
casa di quella o almeno di andarle incontro.
M'incamminai e, per far prima, imboccai una scorciatoia poco
frequentata.
In quel periodo, nelle strade del paesino minerario ove
risiedevo, vi era scarsa illuminazione pubblica, per cui, quando era
buio con poca luna come quella sera, le uniche fonti di luce che
permettessero di vedere qualcosa erano alcune fioche lampade,
"appese" al centro delle vie, sempre oscillanti per l'aria che le
muoveva di continuo, facendo nascere un groviglio d'ombre così
tremolanti che, alla mente di un bambino com'ero io allora,
apparivano come draghi spaventosi con zampe gigantesche che
mi volevano afferrare.
Anche quella sera, percorrendo quel breve tratto, a causa delle
"ombre" che creavano "orribili figure", fui preso dall'ansia e, per
farmi coraggio, iniziai a fare come fa la maggior parte delle
persone quando, impaurite, camminano al buio: cominciai a
fischiettare...
A quell'epoca, infatti, non si conosceva altro modo che desse
sicurezza come il fischiare o il cantare quando si provava una...
"fifa boia", come me in quella circostanza.
Finalmente giunsi "sano e salvo" a casa dell'amica di mia madre,
ma grande fu la delusione quando quella signora mi disse:
«No, Franco... la tua mamma non è da me. È andata a far visita
a Suor Benigna, che sta poco bene...»
«Accidenti - mi dissi, - e ora come faccio a ripassare per quella
scorciatoia... da solo?»
Finalmente trovai la soluzione vedendo la malridotta siepe di
un giardino lì vicino costituita da pertiche di legno piantate una
accanto all'altra. Scossi la staccionata più volte e tanto feci che
riuscii a spiantare un lungo pezzo di legno. Con il "nodoso
bastone" in mano, ripresi la strada con più tranquillità, dicendo
tra me e me:
«Se qualcuno si prova adesso a venire a "prendermi", glielo
faccio vedere io che succede...»
Così dal rione "Case nuove", dove mi ero recato, stavo
tornando in Piazza delle Regioni dove era la mia casa.
La scorciatoia che stavo percorrendo era una stradina stretta
che passava dietro al bar della Sezione del Partito Comunista,
all'epoca uno dei luoghi più frequentati. Avanzavo, senza
nemmeno fischiettare perché l' "arma" che tenevo in mano mi
dava sicurezza, allorquando, proprio mentre passavo dietro al
bar, improvvisamente vidi sbucare da una catasta di cassette di
bottiglie vuote, un "braccio gigantesco" che mi dette una spinta
e m'intimò: «Vai indietro...»
Non attesi neanche un istante e rapido come " Tex Willer ",
mollai una bastonata contro "quel braccio"... usando tutta la
mia forza. Nello stesso tempo, fuggii di gran corsa, mentre una
voce lamentosa iniziava a urlare:
«Ohia, che male... Dio mio, mi ha spezzato il braccio; ma ti
ho riconosciuto, disgraziato, sei Franco...»
Fuggendo, guardai indietro e vidi un "omone", che
riconobbi essere un certo Orsi, un minatore alto e robusto, il
quale, tenendosi un braccio, si portò sull'ingresso del bar in cui,
alle sue grida, erano accorsi numerosi avventori...
Mi riferirono, poi, il suo racconto:
«Ero andato nel retro del bar, vicino alle casse delle bibite, per
fare un goccio d'acqua quando, a un tratto, ho visto Franco con
un bastone in mano che, senza dire niente, mi è venuto vicino e
mi ha dato una gran "legnata" in un braccio. Poi è scappato di
corsa, lesto come una lepre.»
Gli fu risposto:
«Ma gli avrai fatto qualcosa! Perché ti avrebbe bastonato, se no?
Mica è matto, Franco... Poi, perché vai a "pisciare" in mezzo alla
strada anziché nel gabinetto... eh, perché? Dai, dai che la colpa è
tua... figurati se Franco si mette a dare bastonate senza motivo.
Comunque, d'ora in poi, vedi di non "farla" più tra le cassette
perché se ti ripesca... "quello lì", invece di fratturarti solo il
braccio, è capace di fratturarti anche "1' uccello". . . »
Così la cosa si smorzò, con me portato ad esempio di chi
vuole il rispetto per la buona educazione.
Fortuna che l'episodio che ho narrato non venne a conoscenza
di mio padre... altrimenti a suon di scapaccioni me l'avrebbe fatta
passar lui la voglia di fare "il fustigatore dei costumi", "il
morigeratore"
EDIZIONI DEL GIRASOLE ( Aprile 2002 ).