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La miniera anno per anno |
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1918Miniera di Ribolla.
Continuò nel 1918 una attività intensa di lavori di impianto, preparazione, coltivazione, allo scopo di soddisfare alla impellente richiesta di combustibile, assai pregiato fra le ligniti; ma non poté sorpassare la produzione dell'anno precedente, anzi vi rimase leggermente inferiore, causa i gravi ostacoli con cui dovette lottare, specie pressioni interne enormi ed incendi improvvisi.
Le pressioni sono facilmente spiegabili, data la massa puramente argillosa in cui è compresso il banco, la esistenza di un letto acquifero soprastante e la disordinata sfagliatura che interessa la formazione.
In queste condizioni una rottura di equilibrio per uno scavo interno ha lontane ripercussioni, rompe la coesione del complesso, apre fessure antiche e ne crea di nuove, prontamente lubrificate dalla filtrazione dell'acqua, finisce col dare al tutto quasi la proprietà di una massa plastica che produce pressioni aventi qualche analogia colle pressioni idrostatiche, e di intensità enorme.
L'effetto più comune è il rigonfiamento del suolo delle gallerie che non solo obbliga a continui sbassi ma è l'esponente di un lavorio interno che sempre più disgrega la massa e peggiora le condizioni.
Ciò obbliga in questa miniera a forti spese di manutenzione con l'impiego di una ingente quantità di legname in armamenti e rappresenta una difficoltà grave che a stento è stata superata in tempo di guerra, ma potrebbe essere un ostacolo assoluto coi prezzi del prodotto ribassati dal tempo di pace, se non si trova modo di evitare le cause degli esposti inconvenienti.
Gli incendi avvengono spontaneamente dove sia stata abbandonata fra le ripiene una piccola quantità di lignite, talora invece nelle fronti vergini dei tagli, talora in determinate zone anche superficiali, come nella sezione San Feriolo, dove un livello inondato torna ad incendiarsi ostinatamente quando si prosciuga.
È probabile che tali incendi in parte dipendano dallo stesso lavorio interno nei banchi di lignite, ma in parte dipendono certamente dallo stato fisico e dalle proprietà chimiche della lignite.
Nel 1918 fu ulteriormente riconosciuta mediante nuovi sondaggi la zona ricca di questa miniera, constatando così una estensione assai maggiore della prevista con l'inconveniente della spezzatura in conchette separate che devono essere raggiunte con vari pozzi, formandone altrettante sezioni.
Durante il 1918 nella sezione n.1 si fecero lavori di esaurimento; nella n.2 traverso banchi e gallerie del 1° e del 3° livello sud, coltivazioni fra il 1°, 2° e 3° livello; nella n.4 coltivazioni fra il 1° e 2° e sotto il 3° livello, quest'ultimo abbandonato poi per vasti incendi; nella n.6 tracciamento di due livelli e comunicazione colla sezione n.4.
In questa sezione si trovò un fenomeno di probabile carreggiamento del banco su se stesso con raddoppio di potenza; furono iniziati tagli verticali.
Nella sezione San Feriolo si fecero coltivazioni in testata di banco, parte a cielo scoperto, parte con tagli sotterranei orizzontali scendenti.
Nella sezione Pozzo Cortese si effettuò il ripristino completo del pozzo e l'installazione di pompe.
Nella sezione scenderia Ribolla il tracciamento del 1° e 2° livello.
Si continuò con un buon esito la fabbricazione delle formelle di trito di cui è cenno nel rapporto dell'anno 1917.Miniera di Casteani.
Dopo i sondaggi di cui è cenno nel rapporto del 1917, la miniera rimase bensì inattiva, ma fu oggetto di studi per l'impianto di due pozzi, onde raggiungere e coltivare il banco constatato coi suddetti sondaggi.
Perolla.
Nella ricerca di Perolla (Comune di Massa Marittima) si eseguirono dalla società esercente la miniera di Ribolla, quattro sondaggi per un totale di 886 metri, tre dei quali riuscirono negativi ed uno positivo, avendo incontrato un banco di m. 7,60 di lignite picea a 175 metri di profondità; risultato importante, trattandosi dello stesso bacino miocenico attualmente solcato dalla Bruna, ove si trova l'antica miniera di Casteani.