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La miniera anno per anno |
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1923
Valle della Bruna.
Comprende le miniere di Casteani, Poggio alla Foglia, Ribolla, Collacchia, e le ricerche di Casteani Nord, Casteani Sud, Perolla, Pian del Bicchi e Giuncarico.
Il bacino idrografico della Bruna, nella sua parte superiore, che qui interessa, ha la forma di una vasto anfiteatro limitato a Nord dai monti di Massa Marittima e di Tatti, ad Est da quelli di Roccastrada e Sticciano, ad Ovest dalle Serre dell'Accesa e della Cura Nuova, a Sud in parte è chiuso dai monti di Giuncarico, in parte è aperto fra questi monti e quelli di Monte Pescali.
È diviso in due parti, orientale e occidentale, da un lungo sperone detto Serra di Monte Nebbiaie che si stacca dai Monti di Tatti e, proseguendo verso mezzogiorno, va quasi ad attestarsi ai monti di Giuncarico, lasciando però il passaggio al fiume in una stretta, chiamata Muro Senese dai ruderi di un antico muro dell'epoca della repubblica Senese col quale era stata sbarrata la valle.
La Bruna percorre questo anfiteatro, dapprima con direzione quasi OE, incurvandosi poi a sud e riceve dal lato di sinistra diversi affluenti aventi tutti direzione NS che sono a partire da occidente: Il Fosso di Noni, la Carsia, la Ribolla col suo affluente Raspolino, l'Asina e il Rigo.
Questo tratto di bacino ha una estensione di 15 Km in direzione EO e 4 Km in media in senso normale.
I monti che lo costeggiano dai lati settentrionale, occidentale e meridionale sono quasi esclusivamente costituiti da calcari, scisti e serpentine dell'Eocene; dal lato orientale sono costituiti da calcari secondari, scisti e quarziti del permiano e nell'angolo compreso fra questo lato e il settentrionale presentano importanti eruzioni di trachite quaternaria, che hanno relazione coi grandi spostamenti cui andò soggetta la formazione lignitifera e che verranno in seguito accennati.
Lo sperone di Monte Nebbiaie di cui si è parlato, è costituito da calcari e scisti dell'eocene, ma nella parte più settentrionale presso il passo della Collacchia è coperto da conglomerati miocenici.
Il bacino è colmato quasi totalmente da formazioni del miocene lacustre costituite generalmente alla base da un conglomerato rosso argilloso a ciottoli di arenaria calcare e serpentina e, risalendo nella serie, da argille sabbiose e conglomerati argillosi, vari da luogo a luogo, poi generalmente da una breccia serpentinosa calcare detta breccino cui succede la formazione lignitifera rappresentata da due o tre banchi di lignite nera picea, separati da alcuni metri di argille marne e calcari; infine dai terreni del tetto della lignite che sono argille, puddinghe argillose e breccie con qualche massa di calcare bituminoso in vicinanza della lignite.
Questa formazione lacustre irregolare, tanto importante dal lato industriale, appoggia in qualche luogo della parte occidentale del bacino sopra una caratteristica arenaria a fossili marini del miocene medio detta arenaria di Perolla, dal luogo ove affiora, ma generalmente, e specie nella parte orientale del bacino sembra venga invece direttamente a contatto con le roccie dell'eocene.
La formazione miocenica lacustre è poi ricoperta sporadicamente da alluvioni quaternarie.
Così per più di 2 Kmq fra i torrenti Raspolino ed Asina è sepolta da una potente alluvione antica: lungo la Bruna e l'affluente Ribolla è mascherata da larghe strisce di alluvione recente; nella parte più orientale del bacino fra l'Asina e il Rigo s'interna indeterminatamente sotto le alluvioni di questi due torrenti, alluvioni che si estendono per la larghezza di 5 Km e in questo tratto la formazione miocenica non dà più segno di sé altro che in tre punti detti Lattaia, Monte lattaia, ed altro poggio isolato che sono poggi di argille e conglomerati emergenti tra le ghiaie alluvionali.
È infine da notare che la formazione lignitifera di cui parliamo, è stata notevolmente sconvolta da movimenti orogenici e assettamenti.
Ne sono una prova le faglie e le interruzioni dei banchi di lignite e la loro varia inclinazione.
Ma di più, nella parte orientale è stata strappata a brandelli e sollevata di ben 400 m.
Poiché sono certamente terreni staccati dalla val di Bruna i lembi di terreno lignitifero che si trovano alla miniera Acquanera in Comune di Roccastrada, in contatto diretto colla trachite del Monte Sasso Forte ed è evidente che questi movimenti orogenici sono in diretta relazione coll'eruzione della trachite stessa.